Il territorio del Lagonegrese-Pollino , situato nella parte sudoccidentale della regione Basilicata al confine con Calabria e Campania, è da sempre attraversato dal sistema viario e ferroviario che collega il nord con il sud , è il corridoio obbligato per la mobilità di merci e persone che si spostano lungo lo stivale.
Anticamente la nostra area era attraversata da una delle più importanti strade dell’impero romano,la via Annia-Popilia( ab Rhegio ad Capuam) che collegava l’odierna Reggio di Calabria a Capua , da qui a Roma percorrendo l’Appia antica (regina viarum). Nel corso del tempo e con il miglioramento delle tecniche di costruzione tutto il sistema trasportistico meridionale tirrenico ha sempre interessato il Lagonegrese, dalla strada consolare delle Calabrie del periodo borbonico, alla costiera tirreno inferiore del ventesimo secolo, alla più recente autostrada A 2 del Mediterraneo, dalla quale si dipartono trasversali di collegamento verso il Tirreno e lo Jonio.
Con l’Unità d’Italia arrivarono anche le ferrovie. La prima legge organica è del 1879 , detta Baccarini dal proponente, la quale prevedeva nel nostro territorio la realizzazione della linea Sicignano-Castrocucco , dove si sarebbe interconnessa con quella litoranea Eboli (Battipaglia)-Reggio di Calabria. La ferrovia fu costruita fino a Lagonegro dove giunse nel 1891- il tronco rimanente non fu più realizzato e sostituito dalla tratta Lagonegro-Castrovillari, in un primo momento prevista a scartamento ordinario con un tracciato poco tortuoso, successivamente inserita tra le ferrovie della legge speciale per la Basilicata del 1904,( detta legge Zanardelli) con scartamento ridotto 0,95 e tracciato tortuoso con ascese sino al 6% in aderenza naturale e 10% con cremagliera Strub, vere linee di montagna. La linea fu chiusa nel 1978 e smantellata tra il 1982 e il 1984- Invece la Sicignano-Lagonegro è sospesa all’esercizio dal 1987 ed autosostituita. Con un decreto interministeriale del maggio 2021 è stata inserita tra le linee storiche tutelate dalla legge 128/2017.
Nel 2020 da RFI è stato presentato il progetto di una nuova ferrovia AV/AC Salerno-Reggio di Calabria diviso in sei lotti, mentre stiamo scrivendo è in fase di realizzazione il lotto1( quasi tutto finanziato) di 127 km Battipaglia-Praia a Mare che attraverserà il Lagonegrese nella valle del Noce. Il tunnel più lungo sarà quello denominato Lagonegro, 22, 250 km in territorio di Casalbuono, Casaletto Spartano, Lagonegro e Rivello, sul quale è prevista la finestra Lagonegro, una fermata nel sottosuolo in previsione di guasti o incidenti- Il lotto 0 di 44 km da Salerno (Sarno) -Battipaglia è stato accantonato , al contrario del lotto 1 ritenuto prioritario perchè farà risparmiare 30/35 minuti sulla relazione Nord-Sud- Sempre Rete Ferroviaria Italiana ha previsto una stazione intermedia al km 81 del lotto 1 nei pressi dello svincolo autostradale Padula-Buonabitacolo, un hub che dovrebbe servire i cittadini del Vallo di Diano, della Val d’Agri , del golfo di Policastro-Bussento e del Lagonegrese-Pollino-Senisese, una vasta area con circa duecentomila abitanti. Come i cittadini potranno raggiungere codesta stazione? Soltanto con mezzi su gomma auto e bus? Gli abitanti del Vallo di Diano e del Lagonegrese avrebbero la possibilità di spostarsi su ferro , ove venisse riattivata la Sicignano-Lagonegro anche al traffico commerciale, funzionante come una metropolitana di superficie verso l’hub AV, ma anche verso l’aeroporto di Pontecagnano Salerno Costa d’Amalfi , scalo di riferimento per la Basilicata occidentale, dove si sta realizzando una stazione ferroviaria- Potrebbe anche rappresentare un valido collegamento per la città capoluogo di regione se fosse costruita la bretella (raccordo ferroviario) Polla-Potenza, ipotizzata da RFI quale alternativa al tortuoso e lento tracciato della linea storica, ciò consentirebbe di avere una vera alta velocità per Potenza, Matera e Taranto, e al Lagonegrese Pollino , area con tutti i comuni periferici e ultraperiferici, di raggiungere Potenza con una percorrenza più che dimezzata rispetto agli attuali tempi biblici. Ovviamente la Sicignano -Lagonegro andrebbe potenziata e velocizzata anche con varianti di tracciato specialmente in territorio lucano, dove le invincibili frane interessanti le gallerie Foraporto e Zanco richiedono un nuovo tracciato con necessario spostamento della stazione di Lagonegro nella zona della calda ( proposta dalle FF.SS prima della chiusura) e proseguimento verso il comune di Rivello , dove in località fiumicello filoto passerà la nuova linea AV e quindi sarebbe possibile effettuare un raccordo. Ove fosse confermata la stazione a Padula non credo sia possibile un’altra fermata a cosi breve distanza (27 km). Si otterrebbe così l’uscita dal vicolo cieco e dopo oltre un secolo il raggiungimento della ferrovia costiera, come previsto dalla legge Baccarini-
La SVIMAR ritiene che la regione Basilicata e l’Unione del Lagonegrese debbano prestare la massima attenzione sul lotto 2 , su quale tracciato sarà scelto per raggiungere Tarsia nella valle del Crati, visto l’accantonamento del tracciato Praia-Tarsia. Recentemente alcuni sindaci della provincia di Cosenza con in testa il sindaco della città capoluogo, insieme a quelli di Castrovillari , Cassano allo Jonio e Corigliano-Rossano coadiuvati da un comitato tecnico -scientifico di alto profilo,hanno rilanciato il percorso autostradale, vale a dire il tracciato Lagonegro ( km 97 del lotto 1)-Tarsia di 74 chilometri , con la ventilata richiesta di una stazione nei pressi di Castrovillari a servizio del parco Nazionale del Pollino Sud – RFI già nel 2020 aveva ipotizzato con uno studio di fattibilità tale percorso autostradale, che avrebbe 56 km di gallerie e 18 km allo scoperto per 74 chilometri totali, con innesto a Tarsia verso Cosenza e a Spezzano Albanese verso Sibari , entrambe le stazioni sono poste sulla ferrovia storica Sibari-Cosenza. Sui tratti allo scoperto in territorio lucano, tra Lagonegro e Rotonda, sarebbe posibile oltre che auspicabile realizzare un hub a servizio dei cittadini del Lagonegrese-Pollino e del Parco Nazionale del Pollino Nord.
Per ultimo una considerazione sulla ex ferrovia Lagonegro-Castrovillari-Spezzano Albanese Terme ,ritorna sempre questa località (corsi e ricorsi storici di vichiana memoria). Ma veramente deve essere ridotta a ciclovia per il diletto di pochi appassionati della bicicletta? Non potrebbe invece diventare sull’esempio del treno rosso del Bernina il TRENO VERDE DEI PARCHI ,collegando il Parco Nazionale del Pollino con quello dell’Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese, cosi come racconta in un breve video sui social il direttore della Fondazione FS ing.Luigi Cantamessa? Questa sarebbe la giusta soluzione per ridare al tracciato (almeno sino a Castrovillari) la funzione per la quale fu costruito e ai residenti e visitatori tutti la possibilità di visitare con treni dalle pareti e tetto luminosi e trasparenti ( con rastrelliere per le bici)un fiabesco paesaggio unico tra le montagne più alte dell’Appennino Meridionale. La pista ciclabile, cosi come avviene nelle regioni dell’arco alpino e del Nord Europa, va realizzata a fianco della ferrovia e nei posti meno acclivi, in modo da consentire agli amanti della bici di salire sul treno con la bici al seguito e scendere nei punti di attacco della ciclovia. Occorre un vero cambio di paradigma. Il Lagonegrese non perda quest’ultimo TRENO !!!
Pietro Calabrese vicepresidente SVIMAR